Le città “Smart” sono uno dei passaggi evolutivi del prossimo quinquennio. L’inizio di un processo che cambierà il modo di vivere la città come anche sottolineato da IBM nel suo annuale rapporto “5in5”.
Le città dei prossimi anni ci saranno più “amiche” offrendoci un nuovo modello con cui vivere la city. La tecnologia si integrerà nella città per connetterci ad essa attraverso le App che iniziamo ad indossare sebbene contenute in hardware come il nostro smartphone.
I device saranno sempre più intelligenti e ciò che oggi è un assaggio di futuro potrebbe diventare la quotidiana dimensione uomo/device/app. Oggi spendiamo quantità cospicue di denaro per oggetti che hanno perso la loro originaria missione, il loro originario essere.
Non è assolutamente difficile assistere ad uno spot televisivo di una smartphone che viene celebrato ed enfatizzato per le sue peculiarità nello scattare fotografie. Non confondetevi però, se avrete bisogno di un telefono non potrete usare per questo scopo la più evoluta delle fotocamere.
L’ultimo decennio è stato generoso di simili paradossi o di servizi e soluzioni “killer”. La storia insegna che vi sono comunque dei passaggi obbligati. Quanto abbiamo creato sperimentando la tecnologia di questo secolo è servito, forse, a farci comprendere come rendere più utile ciò che spesso abbiamo esasperato come tale.
Le grandi città del mondo si renderanno Smart sull’esperienza di evoluzioni che linkeranno veramente l’essere umano alla città. Si risparmierà tempo, ci si muoverà più agevolmente e tutto tenderà a razionalizzarsi in funzione del sapere. Un sapere che se non sarà nostro lo diventerà per suggerimento di un occhiale alla Google Glass, di uno Smartwatch che nel frattempo si sarà elevato ad oggetto utile da gadget elettronico o perché non attraverso la nostra auto che avrà imparato a guidare.
Discutere oggi la Smart City è complesso e forse inutile. Quello che però dobbiamo augurarci è che gli attori preposti ai progetti abbiano veramente la visione di ciò che sarà in grado di offrire la tecnologia fra tre o cinque anni. Altrimenti tutto andrà riscritto.
Noi ci associamo a questo sogno futurista scettici solo su un punto: che si sappia veramente quello che dovrà essere il modello da seguire. Mai come oggi il politico, l’amministratore deve avvalersi di tecnici. Tecnici non comuni, bensì coloro che attraverso la proposta tecnologica definiscono il concreto aspetto del futuro.
Il futuro è quindi nelle mani dei “visionari”.
Visitate il sito di Torino Smart City avrete la visione completa del sogno per il domani.
NdR: prima di progettare il futuro dovremmo riuscire a produrre video promozionali che non abbiano i testi sgranati …
Image Credits: Mole24.it
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