Il Premier Renzi aveva annunciato che a breve sarebbero giunti importanti investimenti stranieri in Italia. Sta capitando, ma quanti ne arriveranno e quanto incideranno sul mondo del lavoro?
Sentire parlare il Premier Matteo Renzi in questi ultimi giorni fa pensare che non sia un politico italiano ma una figura nuova che si deve ancora definire in un panorama dove non si osava così tanto da molto tempo.
Il braccio di ferro fra il nostro Premier e la Commissione Europea ha dato inizio a giorni in cui le notizie sull’operato del Governo facevano mostrare qualche muscolo in più del solito, rispolverando una italica energia che non si percepiva da tempo. Non ci interessano tanto i battibecchi con l’Unione Europea in quanto meri giochi politici. Ciò che invece è interessante è sapere che dall’estero vi sono importanti realtà come le già manifeste CISCO e Apple che vedono il nostro Paese come terra di investimenti.
Quando si parla di ingenti investimenti stranieri nel nostro Paese ci si augura due cose: che non ci si fermi a CISCO e ad Apple e che gli investitori non siano interessati a operazioni flash ma alla creazione di realtà che creino strutture, imprese, che vivano e si sviluppino nei prossimi decenni.
CISCO ha deciso di investire 100 milioni di euro in Italia creando, di conseguenza, numerosi posti di lavoro. Apple si è impegnata a creare il primo App Development Center che occuperà, pare, 600 studenti all’anno; questo è il primo centro in assoluto di questo tipo in Europa e avrà sede a Napoli. Sono previsti anche programmi che spalmeranno sul territorio nazionale circa 1.000 persone coinvolte come sviluppatori e gestori di programmi iOS.
Ciò che sembra un punto di arrivo dovrà solo essere un punto di partenza per incentivare altre realtà a investire in Italia, un Paese con una cultura tale da influenzare anche stilisticamente e culturalmente la tecnologia e le nuove risorse che essa stessa sarà in grado di proporre.
Gli italiani, non si sa perché, sono esterofili di natura e spesso criticano il proprio Paese ridicolizzando delle risorse che invece dall’estero ricevono grande apprezzamento. Uno dei motivi per i quali molti gruppi internazionali iniziano a guardare all’Italia come terreno di investimenti non è certamente perché il nostro Paese offre un’eccezionale fiscalità, anzi, ma piuttosto perché oltre ad avere una cultura millenaria abbiamo una istruzione in grado di formare giovani menti specializzate, ma più eclettiche di quanto non accada all’estero. Questo permette di avere un’alta concentrazione di “potenziali geni” al servizio di imprese che certamente li sapranno valorizzare.
Quello che noi chiamiamo digitale, applicazioni, è lo strumento che governerà le nostre vite in un prossimo futuro e che sempre più riuscirà ad armonizzare la nostra vita privata, il nostro tempo libero con la nostra vita lavorativa e i differenti ambienti che ci circonderanno.
Progettare una tale evoluzione richiede una base culturale solida che abbia sperimentato nel mondo reale stile e design tanto da essere capace a reinventare i successi già vissuti nella realtà virtuale, nel digitale.
Se questo sarà veramente solo l’inizio, l’Italia sarà destinata a ricoprire un ruolo strategico in Europa per forza lavoro più che qualificata e come fonte di ispirazione per tutti gli altri Paesi della UE.
A chiosa vi vogliamo proporvi le parole di Tim Cook CEO di Apple: «L’Europa è la patria di alcuni degli sviluppatori più creativi al mondo e siamo entusiasti di aiutare la prossima generazione di imprenditori in Italia ad acquisire le competenze necessarie per avere successo. Il fenomenale successo dell’App Store è una delle forze trainanti dietro gli oltre 1,4 milioni di posti di lavoro che Apple ha creato in Europa e presenta opportunità illimitate per le persone di tutte le età e aziende di ogni dimensione in tutto il continente.».
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