Con il “bail-in” il cliente di una banca sull’orlo della bancarotta potrebbe essere chiamato a salvarla con i propri risparmi.
Le nuove regole sulla gestione delle crisi bancarie volute dall’Unione Europea modificano radicalmente alcuni punti fermi che regolavano il rapporto banca/cliente da anni. Uno dei più importanti cambiamenti è il passaggio dallo stato di “bail-out” – salvataggio esterno – a quello di “bail-in” – salvataggio interno – che coinvolge il cliente della banca nelle sorti della stessa.
Il video che vi proponiamo è estremamente chiaro nello spiegare le dinamiche per le quali un risparmiatore potrebbe vedere i propri risparmi utilizzati per salvare la sua banca.
Ne consegue che l’onere di eventuali crisi bancarie, prima di ricadere sui contribuenti tramite interventi statali, come poteva avvenire in passato, ricadrà ora su azionisti, obbligazionisti, privati o aziende con depositi in essere maggiori di 100 mila euro.
Il 31 dicembre 2015 ha posto quindi fine a un’epoca durata 80 anni, iniziata con il Regio Decreto del 1936 che garantiva la sicurezza delle banche e di tutti i loro clienti.
D’ora in avanti non potremmo più scegliere la nostra banca solamente in base alle consuetudini, alle amicizie che ce la consigliano o perché qualcuno in famiglia e già correntista, ma dovremo capire se quell’Istituto di Credito sarà in grado di fornirci le giuste garanzie a tutela dei nostri risparmi. Uno degli strumenti di valutazione che tutti i correntisti dovranno tenere d’occhio è il CET1 – Common Equity Tier 1 – che definisce la solidità della banca. La Banca Centrale Europea ha stabilito un valore minimo dell’8%.
Un altro elemento di valutazione degli Istituti di Credito sani è quello relativo agli utili. Una banca che fa utili è sicuramente meglio posizionata di una che non ne fa.
Sino a poco tempo fa si parlava di investimenti più o meno rischiosi. Molti risparmiatori sceglievano di non investire nei mercati borsistici, ad esempio, proprio per non essere coinvolti nell’andamento, nelle sorti, dell’impresa. Oggi lasciare i propri soldi sul conto corrente potrebbe già essere un rischio se l’ammontare supera i 100 mila euro e la banca scricchiola, vacilla tanto da essere a rischio crack.
Diversi anni fa un economista consigliava di non investire in borsa ma in una pizzeria al taglio che certamente avrebbe prodotto più utili. Oggi dovremmo chiedere a quell’economista dove custodire gli utili accumulati grazie alla pizzeria al taglio …
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