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Terrorismo socio-economico: quando una notizia inutile può creare danno

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Perché titolare in maniera da incutere timore al modo dell’imprenditoria? Perché porci oggi il problema di ciò che potrebbe andare male? A qualcuno interessa alimentare l’altalena della crisi economica?

Quando il giornalismo si renderà responsabile?

Abbiamo speso fiumi di parole nel primo semestre di quest’anno, e anche oltre, per enfatizzare quell’ottimismo che sembra condurci oltre la crisi economica. Perché quindi tornare a evocare spettri che probabilmente non si manifesteranno mai?

Sull’ANSA.it abbiamo letto questo articolo: «Padoan: “Terrorismo? Rischio salti lo 0,9% di incremento del Pil”».

ImprendiNews non è niente di fronte a una grande agenzia come l’ANSA. Ci sembra però inappropriato un titolo che non solo alimenta eventuali timori incutendo terrore a chi deve ritornare a investire ma – cosa ben più grave – l’articolo si fonda sulla presunzione di un evento che potrebbe non accadere mai.

Non è un problema solo giornalistico o comunicativo. Il problema risiede anche nel fatto che la nostra classe dirigente – quella composta da politici e ministri – è più spesso davanti ai riflettori delle telecamere di quanto non sia nei propri gabinetti a svolgere il proprio lavoro.
Se si instaurasse l’abitudine di fare il punto della situazione alla scadenza dei bimestri o dei trimestri probabilmente i politici e i ministri avrebbero più tempo per concentrarsi su quanto debbano fare e l’attenzione delle testate giornalistiche potrebbe andare maggiormente a interessare la vera e unica locomotiva italiana: l’imprenditoria.

Gli eventi di Parigi sono sicuramente stati drammatici e sicuramente sono stati solo il primo capitolo di quanto bisognerà affrontare. Detto ciò, il terrorismo non deve influire sulla vita imprenditoriale perché semplicemente non deve condizionare le nostre vite, la nostra libertà e di conseguenza il nostro stile di vita.

Crediamo quindi che sia opportuno evitare di porci anzitempo il problema di eventuali fallimenti di mete non raggiunte o di previsioni disattese. Le disgrazie hanno un’autonomia tale da non aver bisogno di alcun incoraggiamento per manifestarsi.

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