Maxi collocamento per le azioni delle Poste che non delude le attese.
L’Ipo di Poste non delude le attese, anzi. In vista del collocamento le richieste risultano all’incirca quattro volte l’offerta. Secondo alcune fonti bancarie il prezzo di collocamento potrebbe essere fissato nell’ordine dei 6,75 euro.
Corrado Passera, leader di Italia Unica, così si pronuncia: «Questa quotazione è un errore gravissimo.». Passera sottolinea che potrebbe essere un errore “svendere”, certamente pensava a un prezzo di collocamento maggiore.
Passera aggiunge: «Non si può trasformare un’infrastruttura sociale in un’azienda orientata al profitto. Sono favorevole alla privatizzazione di quasi tutte le 10mila partecipate pubbliche, ma svendere un’azienda che ha il più grande sistema logistico italiano, la più grande rete retail, la più grande compagnia assicurativa sulla vita, un patrimonio immobiliare sterminato, a un valore bassissimo resta un errore gravissimo.».
Sono cinque le preoccupazioni principali relative a una collocazione non congrua al reale valore dell’azienda. Provoca un danno economico allo Stato e ai cittadini; a breve termine causerà la chiusura di centinaia di uffici e metterà a rischio molti posti di lavoro creando problemi occupazionali; si metteranno a rischio 500 miliardi di euro che Poste Italiane destina tramite Cassa Depositi e Prestiti al finanziamento del Debito pubblico nonché agli investimenti a sostegno dello sviluppo del Paese; ha aumentato i costi dei propri servizi a scapito della qualità del servizio per rendere l’azienda quotabile; la cessione sul mercato del 40% di Poste per 3 o 4 miliardi di euro equivale a svendere un bene strategico che svolge un servizio fondamentale per la vita di molti milioni di italiani.
C’è da augurarsi che i timori di un personaggio autorevole come Passera siano, per quanto difficile, infondati. Altrimenti assisteremo alla rovina di un sistema prima postale, poi bancario e assicurativo la cui capillarità giunge anche nei piccoli centri dove le banche classicamente commerciali private non hanno interesse ad aprire degli sportelli.
Poste non è la Ferrari. Poste deve pensare ai propri servizi come valore aggiunto alle necessità di molti privati cittadini nonché del proprio comparto business.
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