Dopo l’annuncio dato dal Premier Matteo Renzi relativamente alle tasse sulla casa, Padoan taglierà la tassazione delle imprese.
Le intenzioni ci sono e la notizia è stata diramata ieri 6 settembre. Sembra che il governo sia deciso a ridurre la tassazione delle imprese a sostegno di una crescita che viene definita come duratura. Dovrebbe infatti continuare la ripresa dell’economia e quindi aiutare le imprese risulterebbe strategico per incentivare ulteriormente il ritorno di un benessere messo a dura prova negli ultimi anni.
Il Ministro dell’economia Pier Carlo Padoan così si esprime relativamente al taglio della tassazione che oggi grava sulle imprese: «Non è solo la tassa sulla casa che viene aggredita. Nella prossima legge di stabilità stiamo pensando di estendere un ulteriore abbattimento della tassazione a favore della competitività d’impresa.».
Da anni si parla di ridurre uno dei maggiori freni per lo sviluppo imprenditoriale del nostro paese: la pressione fiscale. Se questo accadrà, e accadrà in termini decisi, segnerà certamente un primo passo verso una equità che potrebbe portare a sviluppi interni ma anche investimenti stranieri.
Purtroppo in Italia si evade, ridurre la tassazione non solo genererà gli incentivi appena detti ma certamente ridurrà anche l’evasione. L’evasione è sempre da condannare ma come ricordò un noto economista «… talune volte si evade per sopravvivere.».
Un’impresa messa nella condizione di pagare un’aliquota secca compresa fra il 20 e il 23% è un’impresa che non avrà interessi a evadere ma sarà una realtà con sufficiente liquidità per garantire il prosieguo dell’attività, i propri posti di lavoro, nonché i giusti investimenti per cercare sempre nuove soluzioni che possano farla emergere all’interno del proprio settore d’azione.
Una delle figure che pubblicamente ha elogiato l’operato del governo è stato Marchionne che ha dichiarato parlando del Premier: «Penso che abbia realizzato progressi fenomenali per un Paese che è stato così riluttante al cambiamento. Ho avuto a che fare con questo Paese per circa 12 anni e non ho mai visto qualcuno con la dedizione e l’intensità che lui ha mostrato nell’ultimo anno e mezzo.».
Storicamente la ripresa europea segue quella USA. Ad agosto l’economia americana ha registrato un +173.000 posti di lavoro portando al 5,1% la disoccupazione. Questo è un chiaro segnale di “sereno”.
Se dall’America giungono segnali positivi Draghi non vuole correre rischi e potenzia il piano di acquisto titoli. Il timore è che un eventuale rallentamento sia causato dalla situazione cinese e da quanto potrebbe coinvolgere i mercati orientali per poi influire sull’occidente.
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